mercoledì 29 aprile 2009

Al Bancomodino...

Tra un istante, tu te ne andrai, silenziosa come fossi in volo,
leggiadra ed accorta, a non turbare il mio sonno, sin troppo leggero
per non accorgersi del tuo fluttuare sinuoso, sopra di me,
mentre io, immobile, rimango in ascolto di ogni tuo respiro, volto a rapirti da me.

Perché?
L’ultimo quesito si spegne sulle mie labbra, e non riesce a raggiungerti,
mentre nella penombra scorgo la tua immagine, furtiva quanto seducente,
in quei gesti volti a coprire le tue forme che neppure celate,
riescono a ridarmi il fiato che mi tolsero la sera precedente quando ti incontrai.

Tutto ha un inizio ed una fine, ed ogni fine, in fondo, è solo un nuovo inizio.
Come posso convincermi ora di questo, proprio nell’istante in cui sto guardando il finale peggiore?
Solo stanotte sognavo una vita con te, e all’alba di questo nuovo giorno
i primi raggi di sole proiettano i miei peggiori incubi

Se tornasse la notte, se il tempo almeno si fermasse un istante…
Una luce sempre più intensa disegna il tuo seno, solcato da un ciuffo di capelli neri
Uno di quei raggi colpisce i tuoi occhi, sorpresi a guardare là fuori,
senza tradire il minimo pensiero per colui che vorrebbe almeno un ultimo sguardo da te.

La porta si muove, inutilmente silente, ma
d’un tratto, ti volti di scatto e vieni verso di me!
Il mio cuore palpita, la speranza si riaccende, mentre la tua mano mi sfiora
e va oltre, posandosi proprio a fianco del mio braccio inerte.

Un rumore di carta increspata esce dalle tue mani, e mi scuote
I miei occhi si spalancano, e tu sei li ad un soffio da me.
Le tue labbra si schiudono in un sorriso,
i tuoi occhi incrociano i miei, togliendomi la voce, e soffocando un guaito, rimastomi in gola

La tua mano scompare, tra i tuoi ampi seni, uscendone sola,
senza quei fogli ormai privi di alcun valore per me,
di fronte al ricordo di quella lunga ed unica notte,
conclusasi come molte altre, con un prelievo dal mio Bancomodino…

sabato 4 aprile 2009

De Profundis..s..s…

Sempre caro mi fu quest’irto collo…
eppure, nel dì dei Magi e dell’Epifania, che tutte le maledette feste si porta via,
mi ritrovo qui per darlo in dono, in quest’ultimo mio giorno prima di partir con loro...

Nel buio tetro della mia notte più nera, pensieri, come prigionieri, si addensano nella mente.
Miei incubi, compagni galeotti di una stessa cella, troppo stretta ed angusta per contenervi tutti,
lì, dentro questo mio loco, intimo e al tempo stesso alieno, vostra dimora invadente,
non trovate mai posto sufficiente, né via d’uscita.

Lasciatemi solo, almeno per un’ora! Che la mia mente dorma in attesa della Signora
Ella, certo, verrà, da sola,
a darci il silenzio eterno, mentre un nodo ci stringerà la gola.

Silenzio

O miei pensieri, e voi incubi, aspettate! Non ve ne andate via!
Chi rimarrà ora senza di voi a tenermi compagnia?
La solitudine è forse una compagna?
Forse, lo è, si…ma degna meno di una cagna,
di starmi accanto nel momento del trapasso,
e darmi la forza di compiere quest’ultimo, mio inutile passo.

Ma per dove, se è lecito, se non verso il nulla eterno?
Non vi è stella, né aurora in quella notte, eterna quanto l’infinito.
Solo un ricordo rimarrà di me, vivo in poche menti, che si estingueranno presto,
e finalmente nulla, tranne solo un nome, resterà scritto su lapidi ignominose.

E quanto di quel nome ancora rimarrà? Anche lui distruggerò con questo mio gesto,
per inficiarne la memoria, affinché non si eterni oltre colui che lo porta,
invidioso del suo intramontabile destino.
No...Non giunga pronunciato alle orecchie di alcun mortale,
e scompaia anch’egli nel silenzio dell’oblio,
con un gesto immondo e impuro, quanto il mio.

Nulla di eterno rimarrà di me,
tranne una lettera senza un perché,
ed è per questo che io ti chiedo ora, ultimo lettore di questa copia umida e sola,
di annusare questo foglio vigliaccamente intriso,
e di esalare con me il tuo ultimo sorriso,
affinché non rimanga memoria, neppur in chi lesse, di questa triste storia,
scritta su un foglio con un veleno vile e senza gloria,
che svanendo porterà con sé, un compagno per il mio cammino,
o almeno per chi crede che oltre a questo, vi sia un ulterior destino…