sabato 4 agosto 2007

La bicicletta da donna

Tanti anni fa, conobbi una brava ragazza. E tutte le sere andavo a trovarla, con la mia bicicletta.
Il nostro amore crebbe giorno dopo giorno, finché con l’amore, arrivò anche la gelosia.
Infatti, divenne gelosa dell’unica cosa che vedevo più di lei. La mia bicicletta.
Non poteva proprio sopportarla, e quando mi allontanavo in sella alla mia bici, da lontano percepivo la sua invidia arrivare sino a me.
Ma anche la mia bicicletta non poteva sopportare la mia ragazza. Diceva che si sentiva usata, perché io la utilizzavo solo per andare da lei. E aggiunse che se non avessi lasciato la ragazza, lei, la bicicletta intendo, mi avrebbe lasciato a piedi.
E così fece…
La situazione era assai complessa, perché senza bicicletta non potevo andare a trovare la mia ragazza, che abitava molto lontano.
In questo modo ero rimasto senza l’una e l’altra.
Finché un giorno, pur di non restare a piedi, convinsi la mia bicicletta che io e la mia ragazza ci eravamo lasciati e che ora c’era solo lei per me. E fu così che mi ritrovai in sella.
In realtà, senza che se ne accorgesse, andammo per un’altra strada sempre da colei che amavo. Quando arrivammo, dissi tutta la verità alla mia ragazza, vale a dire che se non mi aveva più visto, era stato tutto colpa della mia bicicletta, che era diventata gelosa.
Lei mi guardò perplessa. Man mano che ascoltava il mio racconto, diventava sempre più scura in volto.
Infine, cominciò a menarmi, pensando che mi stessi prendendo gioco di lei. Disse che non voleva più vedermi e tante altre cose. E mentre mi menava io scappavo verso la mia bicicletta, per fuggire via di lì.
Cominciai a pensare che fra le due fosse meglio la bici, almeno da quella non le avrei prese.
Quando raggiunsi la bicicletta, questa si accorse che in realtà eravamo tornati dalla mia ragazza, ma per un’altra strada. Sentendosi tradita, non ne volle sapere di partire e mi lasciò a piedi di nuovo.
Così mi toccò darmela a gambe, con la mia ragazza sempre alle calcagna, infuriata più che mai.
Solo quando mi sembrò di averla seminata, mi voltai. La vidi che se ne stava andando sulla mia bicicletta! Incredulo, cominciai a rincorrerle, chiedendo spiegazioni a tutte e due.
La mia ragazza disse che così sarei rimasto senza entrambe, e che era l’unico modo per rendermi conto di quello che avevo fatto, nonché la giusta punizione per essermi preso gioco di lei.
Non capii cosa avessi fatto di male, ma ancora di più non capivo come potesse la mia bicicletta andarsene così tranquillamente proprio con colei della quale era gelosa.
Infine, la bicicletta, girò il manubrio e disse che si era stancata degli uomini falsi e spergiuri, e che d’ora in poi sarebbe diventata una bicicletta da donna.
Ero stato lasciato e tradito da entrambe!
Da quel giorno capii che non bisogna mai dire tutta la verità alle donne, ma soprattutto che non si devono mai raccontare bugie alle biciclette, se non si vuole correre il rischio di rimanere a piedi delle une e delle altre.