Il Ministro Treconti, reduce dall’ennesima modifica alla finanziaria, e con più calcoli nei reni che in testa, si rotolava nel sonno alla ricerca di un’idea per debellare una volta per tutte il fenomeno dell’evasione fiscale e nel contempo produrre una tassa che fosse equa per tutti. Ma solo in sogno poteva esistere una tale tassa. Il suo inconscio si librò quindi nel sonno, alla ricerca di qualcosa che accomunasse veramente ciascun contribuente, ed infine lo trovò. Mentre, avvolto nelle sue coperte, credeva di essere ancora in riunione al ministero, si mise a parlare nel sonno…
-Entrate e uscite! E’ sempre la stessa storia…per aumentare le entrate dello Stato, l’unico modo, è porre un controllo sulle uscite dei contribuenti !
Di rimando i suoi collaboratori proposero una serie di tasse sulle spese e l’aumento dell’IVA. Ma il ministro non era soddisfatto. Voleva qualcosa di innovativo.
”Nein! Nulla si crea e nulla si distrugge!” – Sbottò uno dei consulenti tedeschi più pagati, mimando una bocca intenta a masticare. – Entrate und uscite! Qvello che entra prima o poi esce! Chiaro?!
L’attenzione del ministro si spostò quindi verso ben altre uscite. E forse per non contraddire il teutonico consulente inviato dalla BCE, il ministro approvò il piano.
Parafrasando Einstein, la più odiata tassa della storia, sarebbe quindi stata applicata non sulle entrate, bensì sulle uscite. E così, un team di esperti fu subito incaricato di trovare il modo per applicare la tassa a tutti i WC del Paese.
-Basta ormai è deciso. Chi mangia di più, paga di più! Molto semplice no? – Chiosò Treconti.
La notizia si diffuse e fu accolta con sgomento. Ma si era pur sempre in Italia, sebbene in sogno. E l’ingegno dei cittadini messi di fronte a tale spietatezza, produsse i soliti effetti, tipici dell’ingegnosità italica.
Le vendite di Viagra furono superate da un nuovo prodotto che induceva alla stitichezza cronica. Anche la vendita di nuovi freezer toccò picchi mai raggiunti. C'era infatti chi puntava a stoccare tutte le uscite nel congelatore, in attesa del solito condono di massa.
Proteste e scioperi, non tardarono ad arrivare e con questi i soliti aggiustamenti alla tassa e relative esenzioni fiscali.
Le prime ad essere esentate furono le categorie professionali a “rischio”, come paracadutisti, pompieri, domatori di leoni, guardie giurate, forze dell’ordine e tutti coloro i quali dimostrarono di incorrere in emozioni forti che potevano produrre effetti non controllabili sulle uscite. Tuttavia, tra la sorpresa generale, a questi si aggiunsero presto avvocati, notai, politici, taxisti, imprenditori ed altri ancora, lamentando ciascuna categoria, una propria dose di “rischio professionale” dovuto a qualche tipo di emozione forte.
Anche quelli dell’Arci Gay protestarono e dissero di sentirsi discriminati. Per loro questa era infatti come una tassa sul sesso. Qualcuno dal Ministero ebbe il cattivo gusto di ricordare loro che si trattava di una tassa sulle uscite, e non sulle entrate…
Ma quell'anno, una rara forma influenzale che colpiva le vie intestinali, finì per alterare la logicità normativa del legislatore.
L'influenza aveva messo sul lastrico migliaia di famiglie che non riuscivano a pagare le tasse accumulate in una settimana di influenza.
Il Papa fu colpito in prima persona dall’influenza, come molta parte del clero, evento che andò a pesare non poco sulle casse del Vaticano. Forse anche per questo, formulò urgentemente un’enciclica denominata: Defecatio tax.
I contenuti religiosi e spirituali si mischiavano a quelli meramente terreni, e fisiologici.
Nell’enciclica si affermava che era inaccettabile l’ingerenza temporale dello Stato su un tema che andava a colpire i fedeli nel momento di maggior intimità con il proprio spirito.
Anche il clero quindi fu esentato, in quanto, si disse, già gravato dal voto di castità anteriore.
Le forze politiche di opposizione ebbero gioco facile a dire che per colpa di questa tassa, gli italiani erano finiti nella materia oggetto di tassazione!
Infine vi erano i soliti furbetti, che avevano due bagni in casa, uno dei quali abusivo.
Per tutti gli altri onesti cittadini ormai la situazione era insostenibile. Costrette sul lastrico dall’influenza, migliaia di famiglie erano finite per strada.
Il ministro venne cacciato dal governo, perché con la sua tassa era riuscito a scontentare proprio tutti.
Rotolandosi nel letto, Treconti era ormai prossimo alla fine del sogno che si era trasformato in un incubo, come tutte le altre sue invenzioni fiscali, se viste dalla parte dei contribuenti.
L’incubo si concluse con nuove elezioni, che il Governo perse. Vinse il partito populista IdV, l’Italia dei Vespasiani, mettendo un unico punto nel programma elettorale, ovvero la possibilità di usufruire di luoghi pubblici esenti da ogni tassa, dove poter esercitare i propri diritti fondamentali gratuitamente…
Il Ministro si svegliò di soprassalto, sudato e preoccupato. Anche in sogno aveva avuto la conferma che non era possibile avere una tassa equa e che accontentasse tutti. Il problema non erano le tasse, ma trovare qualcuno che volesse pagarle.
Alzandosi dal letto, si interrogò sul significato di questo sogno, forse premonitore, e si chiese se a proposito della tassa appena sognata, l’Italia sarebbe finita anch’essa nella materia oggetto di tassazione…